LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Milan Kundera
La vita altrove

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

 

Al che l’uomo bruno replicò che è moderna solo l’arte che aiuta a lottare per un mondo nuovo, e non era certo questo il caso del surrealismo, giacché le masse popolari non lo comprendevano.


La discussione era interessante;

l’uomo bruno sviluppava i suoi argomenti

con garbo e senza tono autoritario,

sicché la polemica non degenerò mai in litigio,

neanche quando Jaromil,

inebriato dall’attenzione che si concentrava su di lui,

ricorse a un’ironia alquanto convulsa;

del resto nessuno espresse un giudizio definitivo,

nella discussione intervennero altre persone

e l’idea che Jaromil sosteneva fu ben presto sommersa da nuovi temi di discussione.


Ma era poi così importante che il progresso esistesse o no,

che il surrealismo fosse borghese o rivoluzionario?

Era così importante che avesse ragione lui

o avessero ragione gli altri?

 

L’importante era essersi unito a loro.

 

Disputava con loro, ma provava nei loro confronti un’ardente simpatia.

 

Non li ascoltava neanche più e pensava a una cosa soltanto,

che era felice:

aveva trovato un gruppo di persone in cui lui non esisteva come figlio di sua madre o come compagno di classe, ma come se stesso.

 

E si disse che si può essere totalmente se stessi

solo quando si è totalmente in mezzo agli altri.

 

 

[ La poesia qui proposta è un libero adattamento in versi della scrittura in prosa tratta da La vita è altrove, Milan Kundera, Adelphi, traduzione di Serena Vitale, pagina 141 ]

 

 

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
 
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.